نظارت دقیق بر تجارت غیرقانونی جانوران وحشی شرطی مهم برای جلوگیری از وقوع احتمالی پاندمی های جدید است. سازمان بهداشت جهانی در انتهای بررسی خود در خصوص منشأ ویروس کرونا خاطرنشان ساخت که تعداد بسیاری از کشورها به ویژه آنها که در مناطقی واقع شده اند که گونه های ویژه در آن سکونت دارند، باید کنترل خود را بر تجارت های جهانی بیشتر کنند.
1- نظارت دقیق بر تجارت غیرقانونی جانوران وحشی شرطی مهم برای
جلوگیری از وقوع احتمالی پاندمی های جدید است. سازمان بهداشت جهانی در
انتهای بررسی خود در خصوص منشأ ویروس کرونا خاطرنشان ساخت که تعداد بسیاری
از کشورها به ویژه آنها که در مناطقی واقع شده اند که گونه های ویژه در آن
سکونت دارند، باید کنترل خود را بر تجارت های جهانی بیشتر کنند.
2-
فقط صحبت از خرید و فروش نیست بلکه همچنین پای مفرهای قانونی در میان است
که در برخی کشورها هنوز پرورش جانورانی را که بالقوه قادر به انتشار بیماری
هستند، ممکن می سازند.
3- مقامات چینی هزاران هزار نمونه جانوران را
مورد آزمایش قرار دادند تا سعی در کشف منشأ ویروس کرونا نمایند که هنوز در
پرده ای از ابهام قرار دارد. محتمل ترین فرضیه به نوشتۀ کارشناسان سازمان
بهداشت جهانی این است که ویروس مزبور ممکن است از خفاش به انسان انتقال
یافته باشد. فقط باید به این موضوع پی برد که آیا این امر به طور مستقیم
صورت گرفته یا از طریق یک واسطه.
4- در برخی مناطق به تجارت جانوران
وحشی به عنوان یک اولویت یا چیزی که الزاماً اشتباه باشد، نگریسته نمی شود.
به همین علت ما متحمل این پاندمی شده ایم.
5- این تجارت بسیار
سودآور اما پر خطر است. صنعت چین که حول محور خرید و فروش جانوران وحشی می
چرخد، دارای ارزشی عظیم می باشد که در سال 2016 در حدود 76 میلیارد دلار
برآورد شده است. دو ماه پس از آغاز پاندمی کمیتۀ دائمی کنگرۀ ملی خلق چین
اقدام به گسترش قوانین مربوط به حفاظت از جانوران وحشی نمود و به طور کامل
تجارت و مصرف جانوران وحشی را ممنوع اعلام کرد. لیکن به نظر می رسد با توجه
به اینکه پای صدها هزار کارگر در این صنعت در میان است، اوضاع چندان بر
وفق مراد پیش نرفته است.
اداره کل رسانه های خارجی
ترجمه: مریم شرکاء
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https://it.insideover.com/scienza/la-piaga-che-potrebbe-far-esplodere-nuove-pandemie-mondiali.html?utm_source=ilGiornale&utm_medium=article&utm_campaign=article_redirect&_ga=2.96289308.1262695982.1617549840-1750072170.1601402307
Il Giornale
La piaga che potrebbe far esplodere nuove pandemie mondiali
Federico Giuliani
3 Aprile 2021
Sorvegliare
attentamente il commercio illegale di animali selvatici è la condizione
essenziale per scongiurare possibili, nuove pandemie. L’Organizzazione
Mondiale della Sanità (Oms), al termine di uno studio sulle origini del
Sars-CoV-2, ha sottolineato come un gran numero di Paesi, a maggior
ragione quelli situati in aree abitate da specie particolari, dovrebbe
intensificare il controllo su uno dei più grandi business al mondo.
Non
c’è solo la compravendita da tenere d’occhio, ma anche una serie di
scappatoie legali che, in certi Stati, rende ancora possibile
l’allevamento di animali potenzialmente capaci di diffondere malattie.
Nel paper intitolato WHO-convened Global Study of Origins of SARS-CoV-2,
gli esperti dell’Oms hanno invitato la Cina e i suoi vicini di
intensificare il controllo sul business della fauna selvatica. Pechino
ha vietato ormai da un anno questo commercio per il consumo umano, ma in
un Paese enorme, abitato da 1.4 miliardi di persone, è inevitabile che
possano resistere ancora alcune zone d’ombra.
Come ha sottolineato la
Reuters, esistono inoltre allevamenti di animali selvatici, autorizzati
a operare legalmente al servizio dell’industria della medicina
tradizionale cinese e del commercio di pellicce. In condizioni del
genere troviamo “un ampio pool di animali che sono più o meno
geneticamente omogenei” dove un virus “può facilmente evolversi”, ha
spiegato Christian Walzer, capo veterinario della Wildlife Preservation
Society di New York.
Zone d’ombra
Le autorità cinesi hanno testato
migliaia e migliaia di campioni di animali per cercare di scoprire le
origini del Sars-CoV-2, ancora avvolte nel mistero. L’ipotesi più
probabile, come scritto dagli esperti dell’Oms, è che il virus possa
esser stato trasmesso da un pipistrello all’essere umano secondo la più
classica delle zoonosi. Resta da capire se il salto di specie è avvenuto
direttamente o mediante l’azione di un ospite intermedio, ossia di un
animale terzo che ha svolto il ruolo di “tramite”. Nelle prossime
settimane, in Cina i controlli saranno estesi anche presso gli
allevamenti di visone e procione.
A complicare la situazione troviamo
importanti lacune normative, unite a un’applicazione spesso lassista
delle leggi e all’azione insistente di bande di trafficanti
internazionali. Il commercio di animali selvatici ha quindi continuato
ad esistere, coinvolgendo specie a rischio estinzione, come ad esempio
il pangolino, uno dei sospettati principali per aver svolto il ruolo di
ospite intermedio pipistrello-uomo nell’attuale pandemia. Nonostante la
Cina abbia represso la vendita illegale delle sue scaglie, alcuni
attivisti si lamentano per pene troppo disomogenee.
“In molti luoghi,
il commercio di animali selvatici non è visto come una priorità o
addirittura come qualcosa di necessariamente sbagliato, e per questo
stiamo subendo una pandemia“, ha spiegato Chris Shepherd, direttore
esecutivo della Monitor Conservation Research Society, riferendosi non
soltanto alla Cina. Il South China Morning Post ha riportato un dato
emblematico. Dall’inizio dell’epidemia di coronavirus in poi, la
National Forestry and Grassland Administration cinese ha confiscato
39.000 animali selvatici e “ripulito” più di 350.000 siti – tra cui
ristoranti e mercati – dove gli animali venivano commerciati senza
precauzione e nonostante le leggi lo impedissero.
Un business ricco ma rischioso
L’industria
cinese che gira attorno alla compravendita di animali selvatici ha un
valore enorme, nel 2016 stimato in 76 miliardi di dollari. Stando ai
dati della Chinese Academy of Engineering, soltanto il settore
alimentare esotico aveva un valore di circa 19 miliardi di dollari, da
aggiungere alle specie trattate negli allevamenti – più o meno abusivi –
per ottenere pellicce, fare medicinali, vendute come animali domestici e
studiate nei laboratori di ricerca .
Come ha sottolineato Deutsche
Welle, lo scorso 24 febbraio, due mesi dopo lo scoppio della pandemia,
il Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo cinese ha
ampliato le leggi sulla protezione della fauna selvatica, vietando
totalmente commercio e consumo degli animali selvatici per fini
alimentari. In quei giorni, le autorità avevano annunciato un piano di
eliminazione graduale del fenomeno che avrebbe dovuto terminare lo
scorso settembre, con la chiusura definitiva di tutte le fattorie
alimentari esotiche. La transizione, se così può essere definitiva,
avrebbe dovuto essere gestita dai governi locali. Non tutto è filato
liscio, visto il peso del settore toccato e e i centinaia di migliaia di
lavoratori coinvolti.